venerdì 2 novembre 2007

UBU SETTETE - 6/11 - I SERATA





MARTEDI' 6/11 h.21 - TEATRO FURIO CAMILLO

Ceci n’est pas… (Don Chisciotte)?
Del gioco preparatorio per un epilogo che darà un senso a tutto questo

di Giovanni Magnarelli

Una mosca in una scatola. Cerca di muoversi, deve andare, dove? Schianti di un corpo contro un altro corpo. Cadute. Ri-cadute. Il corpo in tutta la sua forza è fragile come niente. Si scade nell’epopea del quotidiano? E’ un rischio. Troppi oggetti, la scena è ingombra, il rischio è maggiore. Di farsi male. Gli stessi oggetti, combinazioni di immagini, desideri, malìe. Canto di sirene sdentate.
Moti azzardati di ribellione. A cosa? All’essere lì, qui, ovunque si sia. Dove? Non è una testa. Non è un testo. Né un pretesto. La solita gabbia. Ma è come se non avessimo detto nulla. Si parla, si grida ai mulini che macinano impassibili il nostro tempo. Esempio di cosa dire (e fare) per non dire (e non fare). Si parla come dimenticando la parola precedente. Ringhio mugghiante è il Don in tutta la sua follia, o come chiamarla. Desiderio. Ribellione stitica.
La parola è un corpo che si scuote. Tristo sonaglio arrugginito dal sangue. Dalle lacrime trattenute. E dal tempo. E’ tutto dopo. E’ nel si sarebbe stati che si sarà stati, almeno questo, gli orizzonti tramontano in altri orizzonti, spariscono. La scena cambia ma si è sempre lì. Sempre gli oggetti accatastati alla rinfusa che fanno credere in panorami, nuovi orizzonti. Gli attori (maghi incantatori artigiani) entrano ed escono, poi rientrano dopo aver smontato e rimontato. Creano malìe con oggetti e parole di scarto. E’ questa la gabbia più dura. La mosca batte e ribatte… dopo un po’ ci si impressiona, moto successivo a un riso trattenuto dal sospetto che, forse, non c’è niente da ridere. Niente. E’ tutto finto. Palesemente. Dal primo all’ultimo orizzonte. O è sempre lo stesso? Si rincorre la sua scomparsa, un segno della sua esistenza. Dove e come. Senza perché. Poi si muore. Senza raccontarsela, perché non si può. Ho cercato di smontarlo, il Don, distruggerlo, cancellare il suo passaggio in una trama spezzata, lui che già nacque da uno sterpo secco che sembra un romanzo ma che sono ceneri dal quale rinasce ogni volta, nonostante le lungaggini, i refusi, le approssimazioni, ho provato e riprovato ma alla fine mi è spuntato fuori da quella pira di oggetti nella quale ho cercato di inumarlo. In un alba salta fuori, proprio alla fine, per la sua prima uscita. E’ il principio, solo l’inizio dell’ennesimo tramonto. Del resto… si taccia. Valga anche per questo atto relativo al tentativo di ridire. Non c’è niente da ridire. Fine.

Miguel De Cervantes, nella prefazione al suo romanzo, definisce la sua opera uno sterpo secco (in realtà è una pianta di sparto, il lavoriò della memoria si fa sentire), volendo dare ad intendendere con questa definizione, la fragilità di una struttura continuamente sul punto di crollare, colma com’è di lungaggini, interpolazioni, refusi, dimenticanze, tirate infinite sull’arte, l’amor, il mestiere della guerra, nelle quali spesso si può arrivare a rimpiangere la pedanteria provinciale del curato e del barbiere. Sono loro ad aprire questo attentato (lo spettacolo) al buon Alonso Chisciana, o Quesada, insomma, di questo tale incerto, innominabile, non identificabile, vissuto in un paese dal nome altrettanto sfuggente. E’ lui il protagonista del mio spettacolo, così come è lui il protagonista del romanzo. E’ il filo delle sue emozioni che ho seguito nella lettura, che vanno dallo scoramento più nero, all’esaltazione epica, dalla follia più sconsiderata all’equilibrio estremo di un uomo che conosce la vita e il mondo. Nel mio spettacolo però è stanco, è già stanco (o forse morto) a partire dal principio, che forse è un post romanzo o un pre o un post post romanzo di Menardiana memoria (sempre e comunque un tentativo
… un balbettìo… ecco la definizione). Non conosce, e non ha possibilità di farlo, quel mondo, quello che gli gira veramente intorno, a sua insaputa. Può solo subirlo, patire il suo “così dev’essere”. Senza epica (che forse non è più possibile), che è anch’essa smontata, avvilita, distrutta dall’inizio alla fine. Non si va oltre un certo limite, a volte sembra quasi che… niente… una testa cade, un corpo rovina al suolo pesantemente, parole cadono come sassi, da un Picco Povero a un termine angusto. E’ sempre un corpo scosso dall’esterno e dall’interno, nel tentativo di ridire, inveire, ribellarsi, al suo stato, allo stato delle cose, ai suoi nemici incantatori che lo governano nonostante sé, nonostante la sua volontà sterile, il suo fuggire sulla luna alla ricerca della sua ragione, o sragione, nonostante il suo sbraitare alle stelle. Non c’è nulla di certo. La scena è fragile, uno sterpo secco che a malapena sembra star su, ma dal quale, per brevi istanti, sboccerà, nonostante tutto, l’illusione. Corde malmesse su carrucole arrugginite, cigolanti, oggetti rimediati, raffazzonati, spade di cartone, lance in frantumi, nemici fittizi. E’ una lotta che è tutta dentro. E’ il dormiveglia in punto di morte del buon Alonso, di lì a poco rinsavito, prima della fine, che si scopre solo, abbandonato a se stesso da un cielo troppo lontano, che sogna di raggiungere con una semplice scala. Non c’è spazio per la fantasia… anche se tutto si ricrea, o tenta di farlo, di continuo, anche se si cambiano mondi paesaggi scene, di continuo, nello stesso luogo. Vi si entra e vi si esce, da quel luogo, che si fa spazi, e dall’interpretazione degli attori… ogni scena, avventura, disavventura, è una didascalia del romanzo in cui si avverte il lettore di quello che sta per accadere, che poi accade. Si costruisce, e lo si fa vedere, qualcosa in cui o attraverso il quale dovrà accadere qualcosa. E’ tutto davanti agli occhi. La realtà e quelle possibili tutte insieme, così insieme che non possono che finire confondendosi, accavallandosi, celandosi una dietro all’altra, lasciando fratture, buchi, spazi bianchi tra le righe nei quali (come nel romanzo cigolante) si infila un Don Chisciotte, sempre quello, che lotta a vuoto contro un mondo che esiste solo per lui. Lui ne esce vincitore, come sempre. Non c’è attentato che tenga. Ti sbuca fuori quando meno te lo aspetti con tutto quello che non potrà mai perire e che viene dalla semplice volontà di credere, cercare differenti approcci, visioni. Don Chisciotte aleggia, malgrado il francesismo del titolo (citazione di una pipa che non è una pipa, aleggia greve e leggero come la pipa più grande nel cielo della pipa più piccola, Immagine dell’immagine) nonostante me e le attrici impegnate con me medesimo a massacrarmi, dall’inizio alla fine: loro cercano di spremere da me un Don Chisciotte, e io cerco (e ho cercato) di smontarlo come si fa con una radio o un giocattolo, scoprendo che dentro non c’era niente di magico, non un segreto arcano, niente di profondo… e allora? Come fa a vivere e a lottare quel cavaliere che in un alba (o forse è già un tramonto?) decide di uscire, in cerca di avventure?

E Sancho? Sancho è testimone, complice del suo signore e delle persone che si prendono gioco del cavaliere, alternativamente credulo e incredulo, furbo e stupido, saggio e stolto. Sancho è uno come tanti che cerca di afferrare quello che gli scorre davanti, intorno, dentro e fuori. Sancho guarda con gli occhi degli spettatori, ma loro non lo sanno. Tracce di Sancho si intravedono nei due loschi figuri (attori), che massacrano il Don, solo per prendersi un’oretta o qualche millennio di svago.
Liquidato.

Quanto ai loschi figuri: il gatto e la volpe che giochicchiano con un Pinocchio ormai vecchio delle tante storie, che somglia a un Chisciotte inventato, riscritto (o forse è un nessuno che impazzisce e crede di essere Don Chisciotte della Mancha?) e massacrato da questi due strani personaggi che a volte ci ricordano gli stessi Don Chisciotte e Sancho Panza. Che questa non sia altro che una loro avventura? Don Chisciotte esce in un’alba alla ricera delle sue avventure, insieme a Sancho Panza, con l’intento di scrivere sul libro della Fama il proprio nome, nei secoli dei secoli, amen. Quel senso che cercano di dare a questa tortura è proprio quell’ultima cavalcata che ci regala il Don Chisciotte (l’illusione) per un istante, in tutto il suo splendore secco… poi la testa cade… il buon Alonso è rinsavito e può morire in santità… ma il Don è già lontano… cavalca l’eco dell’ultimo acuto, dopo il buio.

Quelle che vi presentiamo sono le nostre avventure, nella preparazione di un epilogo, solo per quello, che in sé racchiude tutto un sentire legato alla lettura di un romanzo. La musica è conosciuta. Ma credo ne esca fuori arricchita anch’essa, da quest’esperienza. Non il racconto della storia dell’ingegnoso Hidalgo. Non avrebbe alcuna valenza per me. Quella è già stata raccontata, meravigliosamente, nonostante lo sterpo secco.

Mi racconto una storia che mi piace, una fiaba. Me la racconto come mi pare, come mi piace, consapevole del fatto che questa (la fiaba) rappresenta per me qualcosa di indispensabile. Senza queste fiabe, la realtà non avrebbe modo di esistere. In queste ore, in questi giorni ... mesi ... di estrema solitudine, ho covato il frutto che qui mi presento e che ho abbellito con i miei sogni, con gli incubi, con l’ingenuità di chi si aspetta troppo da tutto. Don Chisciotte. Chi è Don Chisciotte? Un povero cristo insignificante che soffre e gioisce (attraversando tutte le sfumature tra questi stati d’animo) per non voler credere come credono gli altri, i “Non Chisciotte” ... o meglio ... non è negativo ... per voler credere a quello in cui crede. Estremamente semplice. Elementare. Qualcuno dirà: addirittura banale. E’ proprio per questo che è difficile. E proprio perché la gran parte di chi vive non ha mai avuto la possibilità di credere in quello in cui vuole credere. Se non si ha la possibilità di conoscere ed apprezzare la banalità, si può correre il rischio di viverla. O di essere vissuti da questa. Storie d’altri, desideri estranei, inesistenti, inutili, che assurgono al rango di prime necessità dal giorno in cui si nasce al giorno in cui si muore. La voce del nostro desiderio, quella delle nostre necessità, quella del nostro io unico e irripetibile è soffocata dalle mille voci che ci circondano, assordandoci; ci hanno addirittura inculcato il diritto all’informazione, che non fa che rincoglionirci ogni giorno di più, o svuotarci di emozione, affamati sterili di nuovi eventi, sempre più grandi, sempre più catastrofici, dosi sempre più massicce di una droga che ci passano gratis (apparentemente), succhiandoci la vita. E la possibilità di viverla nei tanti altri modi in cui la si potrebbe vivere. Qualcuno si chiederà: detto questo ... cosa c’entra Don Chisciotte? Niente. Don Chisciotte vive qui. In questo luogo in cui state per entrare, per una sola sera, senza che io o qualcun altro possa farci niente. Vive da sé. Ho cercato di smontarlo, distruggerlo, soffocarlo sotto discorsi miei, false trame, falsi teatrini, oggetti raccattati qua e là e schianti su schianti e alla fine ... no ... non alla fine ... è un filo ... un filo che mi attraversa, ci attraversa (o perlomeno che attraverserà chi vorrà crederci, chi sarà ancora abbastanza ingenuo o entusiasta da non chiudersi nel sottovuoto di osservazioni sovrastrutturate) e che ci accompagna alla riscoperta di quei paesaggi tutti nostri, diversi da un individuo all’altro (ma alla base sempre gli stessi): orizzonti, assenze, silenzi, tranquillità, realtà in perenne movimento che non ci chiudano in un “il mondo è così!” E’ tutto palesemente finto. Sfacciatamente finto. Dovrebbe ricordarci qualcosa. C’è un uomo inconsapevole che soffre, vissuto da qualcosa e che soffrendo prende coscienza della sua sofferenza e si ribella, è la sua follia, la sua ultima fuga, prima della morte, prima dell’ultima cavalcata, la prima uscita del Don. Da qui inizia il Don Chisciotte di Pierre Menard, o del primo che l’ha scritto, pensato, sognato, che si perde nella notte dei tempi. Proprio alla fine esce per la prima volta. Ma l’aria nei polmoni fa male. E il sole è troppo grande. La strada è lunga. E lui si sente già stanco. Come scrisse qualcuno contornato di silenzi: ha respirato, per la prima volta… rantolerà. Tutto si costruisce e va disgregandosi di continuo, appena il tempo di registrare, vedere per qualche secondo, un’immagine, un paesaggio (dentro o fuori) e tutto si consuma, viene smontato. Stessa sorte per l’interpretazione: si entra e si esce. Gli attori montano la scena, di continuo la muovono, poi fanno il loro lavoro e smontano di nuovo montando la successiva. Sono maghi incantatori artigianali, grezzi, lavorano con incantesimi (pezzi) di scarto. Si oscilla dall’illusione (teatrale) al meccanismo scoperto, e il gioco teatrale, la finzione, l’illusione, non perde in nulla, anzi, ne risulta sottolineata a doppio tratto. Così come il Don del romanzo oscilla dal buon senso e dal comprendonio alla follia allucinata che vede ciò che vuole sempre, anche quando gli altri tutti negano, anche quando la propria coscienza negherebbe se avesse voce in capitolo. Don Chisciotte è un corpo che rincorre la gogna del suo sognare. rincorre la sua fuga. Fugge e rincorre (forse si cerca). Rincorre l’orizzonte della sua scomparsa.
Dov’è? Lo vediamo esplodere fuori da un grande libro, quello che potrebbe sembrare Don Chisciotte, ma solo a sprazzi… ma forse non è lui. Non ha bisogno di tutto questo perché vive da sé, non ha bisogno di noi, ma forse è vero il contrario.

“… IL POVER’UOMO, CHE NON SE N’ERA ACCORTO, ANDAVA COMBATTENDO, ED ERA MORTO.” (L.Ariosto - Orlando Furioso)






MARTEDI' 6/11 h.22.30 - TEATRO FURIO CAMILLO

JULIE ACCYO
dedicato a Lucia Joyce
Ideazione e danza: Alessandra Giambartolomei
Julie Accyo, anagramma di Lucia Joyce, è un personaggio liberamente ispirato alla figlia del celebre James

LUCIA JOYCE
Lucia Joyce nacque a Trieste il 26 luglio del 1907. Dal 1922 Lucia iniziò a seguire lezioni di danza all'Istituto Jacques-Delcroze. Prima di abbandonare la danza, tra il 1926-29, prese parte a diversi spettacoli pubblici. Nel 1931 ebbe una breve relazione col giovane Samuel Beckett. L’anno successivo, nel giorno del cinquantesimo compleanno del padre, lanciò una sedia contro la madre Nora e trascorse diversi giorni in una Maison de Santé. Gli anni seguenti furono segnati da un crescente numero di episodi violenti e autodistruttivi, tanto da costringere il padre a farla visitare da numerosi specialisti (tra i quali, nel 1934, Gustav Jung) e con periodi sempre più ampi passati in internamento. Dal 1936 venne relegata in un sanatorio vicino Parigi, in cui Joyce andava a visitarla ogni settimana. Con l'inizio della seconda guerra mondiale, la famiglia Joyce si trasferì a Zurigo mentre Lucia rimase nel suo istituto nella Francia occupata.. Joyce morì prima di poterle assicurare un sicuro passaggio per la Svizzera e Lucia trascorse l’intera guerra in un sanatorio della Bretagna. Solo negli anni ‘50, grazie all'interessamento di un’amica di famiglia, venne portata in Inghilterra, dove trascorse il resto della sua vita fino all'anno della morte, il 1982.

JULIE ACCYO
L’assolo è dedicato a una danzatrice che concluse la sua carriera artistica appena poco dopo averla iniziata e non pretende di ritrarre il personaggio storico ma rappresenta solo un pretesto che ha consentito il predisporsi ad un ascolto evocativo.
Il lavoro ha come presupposto una personale ricerca sulla danza come disposizione all’ascolto, che ecceda la volontà, il progetto, l’urgenza del compimento in virtù di un “lasciare accadere”.
Julie è una creatura fragile, indefinita in cerca di una voce.

Alessandra Giambartolomei
alegiamba@libero.it

74 commenti:

Anonimo ha detto...

UBU SETTETE E' GIA' UN NOME DEFICIENTE CHE SI ADATTA MOLTISSIMO A DEI DILETTANTI DEL TEATRO CHE TROVANO SU INTERNET LA LORO MASSIMA ESPRESSIONE - QUESTI GUITTI DA STRAPAZZO NON HANNO UN CURRICULUM PRESENTABILE E SI SONO INVENTATI UN PICCOLO BLOG PER SOPRAVVIVERE

Anonimo ha detto...

caro anonimo,
ti scrivo firmandomi, con un pò forse di acredine in quanto, come dedurrai dalla firma, sono uno degli organizzatori della rassegna e dei fondatori del consorzio e del giornale cartaceo di Ubu:
1- Ubu settete non è affatto un nome deficiente, non lo è più di "Ubulibri", per dire, o di altri festival e rassegne nazionali (Zoom, Suburbia, Teatri di vetro o Kilowatt, per citar tre realtà non grandi ma nemmeno piccine, con le quali c'è tra l'altro più d'un punto di contatto, quanto a programmazione). è un nome senz'altro ironico, spiritoso, ma non insensato. Scaricati il pdf del n.1 del giornale da www.ubusettete.it e scoprirai il perché di questo nome.
2- Non troviamo affatto su internet la nostra massima espressione, fai qualche ricerca su internet sulle singole compagnie e vedrai che più d'una ha curriculum presentabilissimi, anzi. Poi dipende cosa intendi tu per "presentabili". D'altronde io a uno spettacolo anonimo e non argomentato come il tuo non dovrei forse rispondere, ma tant'è, oggi ho tempo da perdere.
Insomma, non sopravviviamo certo di questo blog, che peraltro è uno strumento sinora da noi molto poco utilizzato e che cercheremo di lanciare un po' di più proprio nel corso della sesta edizione di Ubusettete.

Mah, saluti, ad ogni modo. Contento tu, di scrivere le scemenze astiose che hai scritto, contenti tutti.

A presto,
Daniele Timpano
www.amnesiavivace.it

ct#12 ha detto...

Questo "anonimo" dev'essere uno di quei tanti teatranti di merda a cui la votra rivista ha dedicato giuste e sonore stroncature. Ecco il loro modo di rispondere. Ma c'è da comprenderli: a teatro non hanno nulla da dire; e per di più schiumano di rabbia. Lasciateli sfogare, dunque. Sono come bambini... Se gli togliete pure questo rischiate di averceli sulla coscienza.

Anonimo ha detto...

Una volta c'era il teatro d'avanguardia che consentiva a dei dilettanti di sentirsi attori e registi e per fortuna è sparito. Ora c'è internet e chiunque si sveglia per primo al mattino dice di essere questo o quello: perchè bisogna credergli? Per me sono attori solo coloro che hanno una formazione professionale vera e richiesti da registi importanti, in quanto sono bravi. I consorzi e le associazioni dove se la cantano da soli non mi hanno mai convinto e soprattutto ci vorrebbe una legge che impedisce a questa gente di operare in un settore dove arrecano danni alla categoria di attori professionisti veri, che hanno sudato per arrivare dove sono

Anonimo ha detto...

Che palle, anonimo mio, che due palle. Sono sempre il tuo Timpano. Dunque: anzitutto l'avanguardia non è morta, semmai è morto qualcuno dei suoi esponenti d'un tempo (poniamo: Carmelo Bene, Perla Peragallo etc). Non è morta perché molti di quei gruppo o di quei singoli "artisti" degli anni '70 (ai quali immagino tu ti riferisca) sono vivi e vegeti, nel bene e nel male, o anche morti ma comunque son passati tutt'altro che inosservati, alcuni si sono (o sono stati) addirittura istituzionalizzati e son diventati "registi importanti", poniamo sempre Carmelo Bene, poi De Berardinis, poi Federico Tiezzi e Sandro Lombardi, Corsetti, boh, Vacis, poi un sacco di altra gente. Non dico che tutti mi piacciano, ma non li puoi liquidare come dilettantistici.
Ma chi se ne frega.
Internet non c'è "ora" ma c'è da un sacco di tempo, se si stava secondo te meglio quandi si stava peggio sei tu il reazionario, e ti ripeto che basta una ricerca sulle singole compagnie per vedere gli specifici curriculum. Non tutti, nella rassegna Ubusettete, hanno curriculum prestigiosi (daltronde non son per niente d'accordo con te e dunque la cosa non mi parrebbe affatto un problema) ma è vero che molti ce l'hanno, ovviamente proporzionati all'età: gli attori del Circo Bordeaux (organizzatore della rassegna) sono tutti diplomati alla Silvio D'amico e lavorano anche con registi importanti (Branciaroli, Proietti e boh), gli attori di Gloriababbi (un'altro nome ridicolo?) sono diplomati alla Tosse di Genova, Babilonia teatri hanno vinto il Premio Scenario 2007(premio dedicato all'avanguardia, a riporva che l'avanguardia, che oggi chissà perché si chiama "ricerca" - ricerca di cosa? boh - esiste ancora, così come gli attori con curriculum trasversali, che forse tu confondi con la gente che va in televisione o con le veline che fanno gli spettacoli, anziché con attori) etc etc etc.
Se tu non lavori non è colpa certo di queste povere compagniucce, che non lavorano certo molto più di te. Se invece sei finalmente arrivato dove sei, dove volevi arrivare, cosa ti rompiam le balle noi? Chi ti credi di essere, soprattutto, per far di tutta l'erba un fascio e per pontificare anonimo in uno stupido forum?
Boh boh boh, vabbè, comunque se vuoi tornare sull'argomento prima entra nel merito delle cose che ti son state scritte, non ripetere solo il primo post, estendendolo, sordo a quanto ti vien scritto, dacci un po' di soddisfazione, se no che senso ha che ti si stia a rispondere? Se mandi un indirizzo fermo posta ti spedisco un abbecedario...
Saluti,
Daniele Timpano
www.amnesiavivace.it

Anonimo ha detto...

Quando parlo di teatro d'avanguardia mi riferisco al fenomeno dietro al quale si celavano moltissimi incapaci e non quell'uno o due come carmelo bene etc..quindi faresti bene a capire tu quello che ti si dice prima di rispondere. Secondo: non credo che tu sia così sprovveduto da pensare che gli attori con i coglioni, come li intendo io, siano quelli che appaiono in tv. Inoltre siamo in un paese dove si può esprimere liberamente la propria opinione e non capisco perchè tu voglia farmi cambiare la mia di opinione sui consorzi o associazioni

Anonimo ha detto...

io non voglio farti cambiare opinione, figurati, peraltro la condivido in parte, ma sei generico, antipatico, aggressivo, e rompi il cazzo su questo blog, criticando noi, il nostro nome, le compagnie che ospiteremo, dicendo cose generiche che non ci riguardan nemmeno tanto, non ti bastano come motivo?
Ok scusa ma devo andare, stasera ho spettacolo e domani inizia la rassegna, a presto,
Daniele T.

Anonimo ha detto...

PS: e comunque le posizioni DEVONO cambiare, la mia come a tua, parlando (perdomami il neo-socratismo), se no che si parla a fare? Si parla perché dal conflitto di entrambe le verità ne spunti una terza più ragionevole, di solito. Se no meglio mandarsi a cagare o mandarti i killer in casa che star a parlare, no?
Timpano

Anonimo ha detto...

infatti voi dello sprofondo sud, quando la logica non vi aiuta, mandate i killer a casa. E' così che intendete imporvi come attori e registi nel panorama dello spettacolo? Già in passato abbiamo avuto dei picciotti come attori che facevano se stessi sullo schermo. Siamo in democrazia e dico quello che cazzo mi pare, se i vostri spettacoli mi fanno cacare, e non vi ritengo dei professionisti validi, io lo dico e nessun killer me lo impedirà !!!

Anonimo ha detto...

ma tu sei veramente un idiota e questa discussione finisce qua:
ok l'espressione "killer a casa" era è un po' forte, ma se te la dico in un post nel quale sto cercando di convincerti che il dialogo, parlare, confrontarsi etc è l'unico senso di scriversi su questo blog, e di aprlar con gli altri in generale, cosa mi rispondi con le stronzate che hai scritto su terronia, mafia etc etc?
Sei un complottista? sei un leghista? E poi he spettacoli ti fan cagare a prescindere se non ne sai nulla? Ma si fan cagare. Viva la diarrea. La mia, non la tua. Merdra.
D. Timpano

Anonimo ha detto...

ma basta, signor anonimo... sei un testa di cazzo. E vabbè. mica è colpa nostra... Ora vai pure a vedere il teatro che ti piace. E, mi raccomando, alla fine applaudi forte. E fatti fare l'autografo. E incornicialo. E sii felice.

Anonimo ha detto...

testa di cazzo e idiota lo dite ai vostri rispettivi genitori. Parlate di dialogo democratico e poi se uno vi critica chiamate i killer. Roba dell'altro mondo!!! L'altro stronzo che spalleggia il Timpano dei miei coglioni mi chiama anonimo e lui fa la stessa cosa, non si firma..roba da non credere.
baciamo le mani Vussia e zuca a minchia

Anonimo ha detto...

scusa se non buttiamo acqua o fuoco sul fuoco del tuo incendio solipsista e complottista ma siamo in piena rassegna, stiamo lavorando etc.
Abbi pazienza :-)

Daniele T.

Anonimo ha detto...

cari amici,
cittadini, compatrioti,
passavo per caso, per la prima volta sul blog,
così, per curiosità, tanto per leggermi su internet,
campando il sottoscritto anche di queste piccolezze, e mi sono imbattuto nella tristissima diatriba, avviata
dal tristo anonimo che se stesse zitto e se evitasse di rapportarsi con il resto del consorzio umano... a voi la conclusione di questo periodo. Quando leggo certe cose mi riconcilio in qualche modo con il genere umano, e soprattutto con quell'aspetto che lo rende più interessante: la sua varietà, e le piccole meschinerie che lo rendono ancor (e appunto) umano. Il nostro caro anonimo è uno degli esponenti di spicco (ne sono certo) dell'umanità (nell'ottica di una fenomenologia dell'umano micro cefala e precocemente trombonica (spero che il nostro abbia almeno una settantina di primavere, perché mi ricorda un vecchio attore con il quale ho lavorato che amava gettare merda su tutto senza conoscere questo merdoso tutto di cui parlava e basandosi solo sul curriculum di questo e quello... che sia proprio lui? In tal caso lo saluto con uno sputacchio nell'occhio (Totò docet) e un sincero augurio di una pronta, quanto pacificante pensione)... ho smarrito le parentesi! Cazzo! Vedi cosa vuol dire non poter presentare un curriculum rispettabile? Forse non ha tutti i torti il nostro senza nome... a proposito... chissà chi è... per me la curiosità più grande è questa... e come nasce... e chissà qual'è il suo curriculum... magari è un accademico! E in tal caso, tanto di cappello... ma almeno che si firmi dottore, o ing. o avv. o come chiamarlo... non credo attore... come?... ah... è un attor...mpffff.... scusate... e chi cazz...mmmpfff... beh... se è un attore è sicuramente uno che non lavora un cazzo e che si fa quarantasette seminari al mese della durata media di due giorni e qualche ora imbisciato lorco perché ci spende troppi soldi e non riesce comunque a lavorare perché forse come attore tiene il buco del culo un pò troppo stretto (vista l'angusto afflato delle sue dichiarazioni sul teatro e su chi cerca di lavorare onestamente e di presentare (comunque!) il frutto del proprio sudore, del proprio percorso, anche se non documentabile.
Aaaaah... forse è incazzato perché il suo curriculum si è fatto troppo lungo e non lo prendono più perché si stancano a leggere tutte quelle parole e date e nomi e io qui e io lì e su e giù... C'è da capirlo. Non trattatelo male. Credo che non sia così pericoloso in fondo! Tant'è vero che la comprensione di discorsi con un minimo di stratificazione metaforica gli riesce molto complicata... che sia veramente il vecchio rinco di cui sopra?
Comunque... alla fine non ho detto nulla, non mi va di immischiarmi in certe questioni. Mi chiedevo solamente chi fosse...

Invito il nostro stimatissimo animale da palcoscenico a chiedere delucidazioni nel caso in cui gli capitasse di non capire fino in fondo la mia presente e breve richiesta di informazioni.
Ma in ogni caso ( se gli capitasse di avere da fare, visto che credo sia un grande attore uno che si prende la briga di andare a sputare (cercandoseli su internet) a quei poveri dilettanti che avrebbero solo bisogno di un suo insegnamento (ma sono pochi i buoni maestri)) dico, se gli capitasse di avere da fare (se non ce l'ha se lo cerchi), abbia la compiacenza di stare zitto, in assenza di barlumi di lucidità...

P.S. Che l'anonimo non sia altri che una creazione del Timpano? Magari un suo personaggio scritto male. O malissimo. O un antagonista appena abbozzato...

saluti a tutti.

L'autore di quello spettacolo di merda e non documentabile chiamato Ceci n'est pas... (Don Chisciotte)? (Che vuol dire, questo per l'anonimo: QUESTO NON è... (puntini puntini) (aperta parentesi DON CHISCIOTTE) chiusa parentesi ? punto interrogativo (che si mette ala fine di un periodo interrogativo (una domanda), e questo perché non si è mica sicuri che quello sia il don chisciotte. Ok anonimo? Se hai dubbi in proposito.. ah, è una citazione da un quadro di magritte (lo conosci? E' uno dei più conosciuti anche dal volgo, quindi... c'è una pipa... che non è una pipa... ecc.ecc... sto divagando.

Ciao. Ho fatto la mia apparizione annuale su un blog. All'anno prossimo, chissà dove...

Anonimo ha detto...

Giovanni magnarelli è lo pseudonimo dietro al quale si nasconde lo scolo cronico della bile del Timpano e l'unica cosa veramente esatta che ha detto in quel delirio di cazzate il Timpano, è che loro sono dei dilettanti. Se io fossi l'attore di cui parli, sarei certamente più conosciuto di te e dei tuoi compari, visto che anche tu, dallo sprofondo sud, mi hai riconosciuto e grazie ai miei interventi su questo blog di poveretti, state vivendo, per la prima e l'ultima volta nella vostra squallida vita di attori dilettanti, il vostro momento di notorietà.
bye bye, incarta e porta a casa, anonimo dei miei cojoni

Anonimo ha detto...

quando ho detto mai che sono/siamo dei dilettanti?
Non si può metter da parte per un po' le parolacce (io per primo che ho già ampiamente trasceso) e riportar la discussione ad un livello un po' più stimolante?

Daniele Timpano

Anonimo ha detto...

patetico scorrazzare
di una mente esagitata...

Anonimo ha detto...

questo anonimo in realtà è qualcuno che non ha la più pallida idea di cosa voglia dire la parola "professionismo" e che, peggio, non ha la più pallida idea di quale sia il mondo in cui vive. Se secondo lui esiste della gente così frustrata da usare internet come vetrina (che vetrina non è e non sarà mai, soprattutto per chi fa questo lavoro) evidentemente è lui il frustrato e forse avrebbe bisogno o di lavorare di più, o di "vedere" e conoscere più cose e, magari, pensare un pò meno ai curriculum degli altri. Mi riesce difficile credere che una persona che non sia già incattivita dalle proprie vicissitudini senta il bisogno di intervenire di punto in bianco (leggasi il primo post, che vale per tutti gli altri... il tenore non cambia) e sparare a zero su qualcosa che ancora non conosce (e parlo delle compagnie e degli spettacoli, non tanto dell'organizzazione, che può anche essere, al limite, discutibile, basandosi sugli anni precedenti). Mi sembra un pò gretto e stupido, ma di una stupidità piccola piccola ma tanto piccola che è di quelle che non permettono mai alle cose di cambiare, neanche di un pò. Che si tenga il suo mondo in cui valgono i curriculum e solo quelli, con l'augurio di poter costruire la sua vita su un lungo e soddisfacente curriculm vitae, tanto lungo, ma così lungo da permettergli, all'ultimo istante, proprio subito dopo l'ultima parola (tra 80 o 90 anni o quando sarà), di trapassare con l'anima a posto e il buco del culo ben netto da qualsivoglia impurità. E spero che nel frattempo non intervengano dubbi a scuotere il suo anonimato portato male.

giovanni magnarelli
(scolo cronico della bile ecc. ecc.)

Anonimo ha detto...

Ma se il teatro si facesse con i curriculum, Albertazzi sarebbe un grande attore e non farebbe addormentare metà platea...
Il più bello spettacolo è un bambino che gioca, ma io non gli ho mai chiesto il curriculum.
Non penso che si debba chiamare professionista e professione un ragazzetto che gioca ai cow-boy e agli indiani.

Chi parla cosìnon sa cosa è il teatro, non perché non lo fa, ma perché non si confronta veramente con il respiro del pubblico.

Perciò è bene continuare a ricercare e farsì che non ci siano più teatranti così...
Grazie anonimo per spingerci a contnuare a cercare e ricercare!!!

Dario Aggioli
Teatro Forsennato
www.teatroforsennato.com

Anonimo ha detto...

eccola la differenza tra piccola gente di spettacolo che se la suona e canta da sola e che non lascerà mai una impronta come il mangiarelli dopo la sua morte, evento che invece io, gli auguro che avvenga molto presto, perchè con quel cognome (mangiarelli) che è tutto un programma impostato sulle sovvenzioni, lo spettacolo non sa cosa farsene. Questa gente, dicevo, osa criticare grandi professionisti come Albertazzi, per invidia, proprio come dicevo io, frustrati, in quanto non hanno quelle grosse personalità che invece lo spettacolo richiede. Siete anonimi in tutto non solo sui blog. Non so se adesso è chiaro per quell' imbecille che non ha ancora capito cosa intendo quando parlo di curriculum. Mi sembra che questo ulteriore mio intervento abbia diradato quel cervello annebbiato del Mangiarelli. Ma santo iddiio, come si fa con un cognome simile ad entrare nel mondo dello spettacolo se non da dilettanti. Questi cognomi sono segni inequivocabili di un destino segnato già dalla nascita. Con questo cognome apriti una osteria, ascolta un consiglio, visto che non hai ascoltato quello di tuo padre che te lo ha sempre detto: "Magnarè! cu lu spettaculo non se magni!"

Anonimo ha detto...

"Io ho due cani. Uno si chiama Albertazzi e l'altro pure". L'ha detto Carmelo Bene. Uno che il curriculum ce l'ha.

Anonimo ha detto...

Sono veramente tristi questi post...
forse se ci trasferiamo sul blog che segue il festival può intervenire qualcun altro, magari per dir cose un po' meglio... Albertazzi fa effettivamente addormentar le platee (ora c'è anche il dvd della minimum fax a comprovarlo) ma effettivamente è un bravo professionista che, nel bene o nel male, ha fatto la storia del teatro italiano, più di tanto che vuoi dirgli. QUante volte mi son addormentato, la sera, ascoltandolo lefggere Dante? Tante. In fondo mi piace. Non ho nessuna invidia. D'altronde, certo, era un saloino. D'altronde però anche il povero Dario Fo. Un'altro che ormai mi fa far Zzz Zzz, però è bravo ed è senz'altro un grande professionista. Degno di stia e rispetto. Ma di stima e rispetto non è che possan esser degni solo i grandi nomi che han fatto la storia del teatro italiano, o si? Io sono empirico, e curioso, se vado a vedere una cosa a teatro (o al teatrino) è perché spero di trovare delle sorprese, dei talenti, qualcosa da dire, qualche pensiero, a volte sono catastroficamente deluso, a volte entusiasta, a volte trovo motivi di speranze future. Questa è una cosa vitale, è un motivo d andare a teatro, di amare il teatro, di fare teatro, e non c'entra niente con le sovvenzioni o gli scambi su cui tante compagnie (e anche compagnie di gran professionisti che con la "ricerca" han poco a che fare, tipo che so Glauco MAuri, o gli enti lirici) fondan la propria sopravvivenza. Se il teatro italiano fosse davvero solo quello che si vede la nottre nel programa di MArzullo sarebbe un tetro di morti o morituri. L'ha detto perfino il vecchio Paolo Villaggio, ospite in una puntata: "ma perché alle pareti dello studio son attaccate solo immagini di vecchi o di morti? Perché il teatro è morto ed i nuovi talenti fanno altro, fanno cinema etc". In parte è vero, ma in parte fanno davvero teatro, ma ad un livello di visibilità invisibile. Alcuni, dico, fan cose di gran qualità, di gran senso, più o meno sommerse o poco poco visibili: fu il caso dell'adesso fin troppo visibile Ascanio Celestini, dell'adesso fin troppo visibile MArco PAolini, è il caso dei mica tanto visibili Andrea Cosntino, o del teatro i di Milano (la loro attrice di punta, Federica Frcassi, ha vinto uno dei premi agli Olimpici del teatro a Vicenza, eppure fa "teatro di ricerca") o Antonio Tagliarini, o L'Academia degli Artefatti etc, o per nominar compagnie che stan passando per Ubu (e per altri festival nazionali ben più importanti di noi) è il caso di Babilonia Teatri e Menoventi, che ha trionfato nelle loro repliche romane, entusiasmando il pubblico, he è un pubblico vero, non di amici loro e di parenti, che non li conosceva e li ha amati, on applaus lunghi e riconoscenti.
Se l'anomimo non vuole nemmeno provare ad immaginare che esista un mondo divero da quello che (forse) ha sotto gli occhi tutti i giorni il limite è il suo. Se trova vitale uno spettacolo del Teatro stabile del Veneto beato lui, lo invidio parecchio. Se pensa che questi discorsi che sto facendo siano solo mastubazioni pseudo-intellettuali e bla bla bla mi spaice: sarebbe la prova che ha lingua e non orecchio. Vorrebbe dire, secondo me, che tutte queste energie spese a discorrere son state veramente inutili.
Invito tutti a proseguire, semmai, questa o altre dicussioni sull'altro forum: www.ubublog.splinder.com

Daniele T.

Anonimo ha detto...

Daniele, tu forse meriti una risposta più intelligente per le cose che hai detto anche perchè non insulti come gli altri. Tu dimentichi, però, che gli anni sessanta, dal teatro d'avanguardia come ricerca di un nuovo modo di fare spettacolo, soltanto Carmelo Bene ha lasciato il segno. Sapessi quanti illusi, senza tecnica, credevano di fare teatro con le pippe mentali, o di essere grandi attori, disprezzando i vari Gassman etc. Albertazzi, oggi, farà dormire, ma quello che ha recitato nei migliori teatri Londinesi da giovane, riscuotendo grande successo nella patria di Shakespeare, credimi, non faceva affatto dormire, e in tanti anni di ricerca di nuovi talenti come tu dici, all'altezza di Albertazzi, non se ne trova neppure uno. Allora, se uno è modesto e si sente a disagio nello svolgere un compito difficile come il mestiere dell'attore, non è che sminuendo figure importanti, come Albertazzi che fù, tu riesca a farti strada con questo mestiere. Non esistono nello spettacolo figure minimali per sopravvivere alla propria grigia esistenza. In teatro o sei grande, o è meglio che cambi mestiere
salve

Anonimo ha detto...

Cari amici, e colleghi, temo fortemente di ricevere una pioggia di maleparole e insulti intromettendomi in questa disanima, ma credo che una presenza femminile non guasti tutto sommato.
Non so se la discussione si è già trasferita sull'ubublogsplinder.
Volevo solo chiedere all'utente anonimo, che in tutto questo travaso biliare non ha trovato modo ancora di manifestarsi nella sua vera identità, il perchè di tutto l' astio e del rancore.
Lo chiedo perchè mi interessano profondamente queste dinamiche insensate, le motivazioni che si celano dietro questo spreco di tempo e di parole, e perchè mi sento chiamata in causa(in quanto facente parte del baraccone ubusettete come compagnia ospite)eppure non ho il piacere di conoscere questo signore che sputa sentenze anche sul mio lavoro, senza darmi modo di fare altrettanto con il suo...e questo non è bello.

Credo poi non ci si debba vergognare di un'opinione...forse questo avviene quando si sa che l'opinione espressa è discutibile in se, ed è espressa anche malamente..ovvero in modo offensivo(così vado fuor di metafora)
Che dici?
Resto in attesa, intanto apro l'ombrello....

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con Giovanni Magnarelli: Anonimo è lo stesso Timpano in versione Mr Hide. Anonimo è un personaggio troppo meravigliosamente astioso e rancoroso per essere vero. È Timpano/Hide che provoca la discussione per scrivere il testo del suo prossimo lavoro.

Alberto Giorgiazzi

Anonimo ha detto...

Ragazzi, andiamo! Spero che il mio prossimo lavoro sarà un po' meglio della media di questi posta!
Son contento comunque, intanto, che la discussione abbia forse ricominciato a prender toni più pacati. RIngrazio l'anomimo per la risposta un po'più ponderata. Il mio fondamentale disaccordo resta questo: che o si è grandi o è meglio cambiar mestiere. Mi par(quasi) come dire che è meglio il supermercato dell'alimentari di quartiere e le uova allevate in batteria meglio di quelle del contadino o la simmental della tagliata presa sulle colline toscane, o l'olio Monini meglio dell'olio con prima spremitura a freddo... Insomma, mi rendo conto che sto facendo un discorso un po' naiff, ma non è che proprio abbia tutti i torti. Non credo che Bene sia l'unico rimasto degli anni '70, affatto, né credo che Albertazzi etc sian merda. Anzi. Certo son cose che non mi interessan molto. Bravo o non bravo, pinco pallino o panco pallone che recitano Shakespeare mi interessan comunque poco. Che mi importa di sentire Shakespeare? Me lo leggo a casa, tutto sommato. Quando Bene già stava diventando famoso nei teatrini degli nni '70 c'erano già gli ancora non famosi Benigni e Verdone, per dire, poi diventati dei "grandi", d'accordo, ma permettimi di dire che ingrandendosi -io sono uno dei tanti spettatori che la pensano così, siamo una nicchia ma ci siamo)- si son rimpiccioliti. Il senso, il contributo al mondo di Benigni è molto più nel Cioni MArio degli esordi che nel suo orribile Pinocchio. Non voglio far l'apologia dei morti di fame o delle "pippe" intellettuali" ma anche i piccoli teatri da 30, 50, 100 posti hanno una loro "poesia" grande. Lo stesso Paolini è abbastanza cambiato da quando faceva gli spettacoli nei teatrelli ad ora che li fa in auditorium, stadi, vasti antri sottoterra. In tanti spazi, romani e non (Furio camillo e Rialto a Roma, Pim a Milano, Lux a Pisa o boh), in tanti festival italiani e non, puoi trovare merda pura o più o meno piccoli capolavori. Io li ho trovati e trovo. Perché dovrei dire che solo ciò che passa all'Argentina, allo stabile di Torino etc è degno del mio tempo, della mia attenzione, del mio amore?

Anonimo ha detto...

Salve,
premetto: con questa mia romperò sicuramente i toni più pacati. Mi scuso con tutti tranne che con uno che non so come definire (lo chiamerò CUBO).
Salve ancora,
non so se la discussione si è già spostata, ma scrivo, intervengo comunque in questa sede, non per rispondere agli inutili insulti rivolti a un certo Mangiarelli (che sinceramente non so chi sia) da un altrettanto anonimo (che mi chiedo chi sia). Sono anni che ogni volta che leggo su qualche blog delle discussioni non sento che tirar fuori sempre i soliti argomenti e gli stessi nomi portati ad esempio, come se per crescere o scambiare quelle quattro idee ci fosse bisogno di riferirsi ad altre realtà che, onestamente, con quella che noi viviamo non hanno nulla a che vedere.

Mai che senta parlare del lavoro di qualcuno, anche solo dei commenti di pancia (che sarebbero sicuramente i migliori, tanto per evitare di incancrenirsi in teorie o chiacchiere sulla storia recente del teatro che spesso non fanno che diventare delle maschere. Poi se vai a vedere la realizzazione scenica di tutte queste chiacchiere ti chiedi: e le chiacchiere e i bei discorsi? Che fine hanno fatto?), o magari qualche volta in cui ci sia una persona che cerchi di essere un pò più costruttiva, che invece di sparare a zero, sia in grado di dire: questo mi fa schifo, ma secondo me potrebbe funzionare così e così, cambiando questo e aggiustando quello, oppure, io ho da proporre questo e faccio questo... così forse si potrebbe avere un pò di voce in capitolo e ci si avvicinerebbe un pizzico di più alla condizione prima dell'incontro (che non è una parola da niente) che è apertura, rispetto... e un pizzico di umiltà.
Cosa che credo che manchi nel massimo grado a certe persone sicuramente non gradevoli: ma il nome non c'è, la persona nemmeno, ed è come se parlasse un nessuno, come tutti siamo, pur avendo dei nomi...

Per quanto riguarda il Mangiarelli, faccio notare che non è certo sua massima aspirazione né, tanto meno, stimolo principe, diventare qualcuno come forse lo intende qualcuno che forse qualcuno lo crede già di essere, ovviamente a torto. Ricordo a questo qualcuno che si crede qualcuno che basta poco, un pizzico, un particolare valutato male per finire nella merda e ed essere meno che niente, come mi diceva mio padre, che è lo stesso del mangiarelli, che purtroppo se ne è andato vent'anni fa e non ha fatto di certo in tempo a dirci anche che con lo spettacolo non si campa (consiglio amichevole di quello senza nome e, forse, anima). Sarei tanto curioso di vederlo in scena, veramente... solo per verificare se la bile che ha mostrato in questa sede riesce a trovare dei canali migliori, che almeno serva a qualcosa... perché qui di certo non è servita a nulla.

Che abbia la decenza e il coraggio di mettersi in scena e di farsi riconoscere, così almeno saremo sicuri di poter parlare con una persona... discutibile o meno, ma pur sempre una persona.

riguardo alla mia carriera e alla mia vita non credo che siano cazzi di nessuno, nè tanto meno di chi non conosco e, soprattutto, non mi conosce, ma posso dire che è sicuramente, come tutti i percorsi , discutibile e non discutibile, dipende da come li si guarda (se li si guarda) e da come se ne parla e con quali cognizioni e intenzioni...

Chi cazzo sei tu per venire qui e sparare a zero, dal niente, su tutto e tutti? Perché insultando un contesto hai insultato tutte le persone che in questo contesto intervengono: organizzatori, compagnie ospiti, e tutto il contorno di persone che contribuiscono a crearlo e tenerlo su. Quindi: chi cazzo sei? Come ti permetti? Puoi aver fatto anche le cose più belle del mondo ma non avrai mai il diritto di sparare a zero su niente e nessuno. Impara a restartene nell'ombra del tuo anonimato, se non hai nulla di più decente da dire... ancora che stai a lì a sparar cazzate sugli anni settanta e carmelo bene e albertazzi e albertazzi e carmelo bene e gli anni settanta... ! MA NON SAI PARLARE DI NIENT'ALTRO? SIAMO NEL DUEMILA SETTE (QUASI DUEMILA OTTO) ... TE NE SEI RESO CONTO?... è C'è TANTA GENTE CHE CONTINUA A LAVORARE ONESTAMENTE, CON PASSIONE, IMPEGNO, PROFESSIONALITà, SACRIFICI E TU ARRIVI CON LA TUA STORIELLA DEL TEATRO DA QUATTRO SOLDI E TI PERMETTI DI DIRCI LA TUA? IN QUEL MODO POI?
Ti auguro tutto il bene del mondo, con tutto il cuore, ma ogni tanto prova a metterti in discussione.

Io lo faccio, come tante delle persone che intervengono in questo blog... che sicuramente non lo fanno per cercare una vetrina. Forse quella interessa a te. A me non me ne pò fregà de meno. Anzi, quello che cerco è il contrario, soprattutto quando incontro ... stavo per dire persone... uno come te.

Ciao bello. senza rancore. Tanto lo so che troverai lo spunto o per sputare altra merda (mi sembra la tua caratteristica migliore, basta che ti lavi i denti dopo) o per ritirarci i fuori i tuoi curriculum, comunque li si voglia intendere (CURRICULUM: questa parola dal miliardo e più di accezioni diverse, altro che Lewis Carrol!) e gli anni settanta e la ricerca e carmelo bene e albertazzi... c'è tutto un mondo (non solo materiale) da contemplare e di cui parlare e nel quale CRESCERE (questa sì, che porta con sé tante accezioni differenti... ma tante.. anche il suo contrario... ). A volte il mondo sembra crescere, ma siamo solo diventati più piccoli... e viceversa... o forse è colpa degli anni settanta? E albertazzi? Ha voce in capitolo? Ah no! Quello era il cane di Carmelo bene che ne aveva due negli anni settanta e che se non li avesse chiamati di certo declamandoli s'abbioccava... a proposito! Bella l'immagine di te (un'ombra) che ti addormenti sul divano ascoltando la divina commedia con la bavetta che ti cola dalle labbra tumide... e salimmo a riveder le stelle... quanti sogni che devi esserti fatto! Quale di questi ti ha ridotto così?

L'unica cosa che mi ispiri è curiosità... mi fai pensare, così alla cieca... a niente.

FIRMATO
Giovanni Magnarelli
Uno a cui non importa un cazzo né di UBU (tanto per chiarire) né degli stronzi come te (perché, a parte tutte le parole inutili, questo sei... poi puoi rispondere quello che vuoi...) né dei curriculum e vetrine e del passato né del presente incancrenito... Io mi ritiro in campagna, mi compro un buon ranch e imparo a morire con calma e continuerò sempre, ogni volta che né sentirò il bisogno, a raccontare quello che mi va di raccontare come mi pare e piace... poi che vengano pure i giudizi di chi VEDRA' quello che avrò da dire... uno o due persone... magari nessuno...

P.S. se campavo de sovvenzioni nun stavo nemmeno qui a rompermi il cazzo con queste chiacchiere da quattro soldi. Sei... ho perso il conto... facciamo... DOPPIAMENTE cojone... Non è un insulto gratuito come i tuoi... Mi baso su quello che dici a sproposito...

Mi rifirmo
GIOVANNI MAGNARELLI
addio

Anonimo ha detto...

Dite con le parole che siete superiori alle cose che dico e che non ve ne frega un cazzo di ciò che penso, ma poi mostrate tutta la vostra fragilità quando vi scopro il sederino. Un'astrazione concettuale sui vostri interventi di matrice tribale, mi fa pensare ad un tentativo isterico per convincere me, ma soprattutto voi stessi, di possedere talento. E invece, è proprio l'aver abboccato all'amo della mia provocazione, che vi rende vulnerabili e sciocchi. Ma è ora di finirla con questo teatrino del Bu Bu Settete, che sembra più un annuncio scritto in onore del teatro morto, che il tentativo vero di proporre un nuovo rigenerato ciclo di vita dello spettacolo. E grazie alla mia messinscena che sono riuscito a far risuscitare anche i morti

Anonimo ha detto...

ciao Anonimo, mi presento, sono Fabio M. Franceschelli. Insieme ad altri amici ho fondato Ubu Settete e l'ho diretta fino ad oggi (e spero di dirigerla ancora per tanti anni). Il tuo ultimo post è di gran lunga il più intelliggente di tutta la discussione, e lo sto dicendo senza ironia. Quindi lo faccio mio e mi permetto di chiedere ai miei amici che in questi giorni di rassegna si stanno tanto affannando a risponderti: ma non avete un cazzo di meglio da fare che sprecare tempo e sinapsi a rispondere ad un cretino provocatore che nemmeno ha la decenza di firmarsi? Ma davvero pensate di costruire una discussione soddisfacente con questo presuntuoso ignorante? Ancora non sapete che i porci non sanno che farsene delle perle? Suvvia, mostrate un po' di sano arrogante snobismo, non abbassatevi a pulire il pavimento dalle merde di questa nostra società, evitate semplicemente di pistarle. Chiudiamo una volta per tutte questa discussione che offende che la fa e chi la legge.

Fabio M. Franceschelli

Anonimo ha detto...

e scusate i refusi dovuti alla fretta (intelliggente... che orrore)e il turpiloquio dovuto ad un'infanzia borgatara
Fabio

Anonimo ha detto...

la cosa che mi lascia basito è la fragilità con la quale cercate a turno, con i vostri interventi tutti simili, di tapparmi la bocca. Io sono idrorepellente ai vostri insulti, proprio perchè vi ho toccato il nervo scoperto e questo mi diverte nonostante i vostri asfittici tentativi di ribaltare le posizioni. Per quanto riguarda l'anonimato, voi lo fate soprattutto, quando vi firmate con i vostri veri nomi: perchè chi cazzo vi conosce? mangiarelli, timpano, aggioli, franceschelli...boh?! E chi so questi? beati voi che ve lo potete permettere

Anonimo ha detto...

che bello! Vorrei essere io questo tizio qui!

Giuseppe Quartullo
Civitavecchia

Anonimo ha detto...

Gualtiero!
smettila di dare fastidio come al solito!!!

devi fare pace col fatto che sei solo un macchinista!!! cazzo! sei solo un macchinista non sei un attore!!!

smettila di dare fastidio agli attori!!!

scusate ragazzi. è gualtiero il macchinista dell'argentina. avrebbe molto voluto fare l'attore ma è stato cacato e pisciato da tutti e lo tengo qui a fare qualcosa... abbiate comprensione.

buon lavoro a tutti. ciao

Anonimo ha detto...

costui che si firma con lo pseudonimo di albertazzi dice che l'anonimo, cioè io, mi tiene li a fare qualcosa, ma non specifica cosa, quindi tocca a me rivelare l'intima natura di quel culattone che si nasconde dietro al nome di albertazzi e che mi tocca soddisfare tutte le sere dietro le quinte, altrimenti non mi fa più mangiare

Anonimo ha detto...

a gualtie'... adesso stai esagerando!
vedi che non sai leggere, non sai scrivere e ho sempre avuto seri dubbi che non sai neanche pensare

guarda che se continui così ti mando a fare il parcheggiatore davanti all'india! in campana!!!

p.s.
scusatelo di nuovo: la settimana scorsa Arnolfa, quella simpatica maschera oversize del teatro argentina, mi aveva detto di aver sentito gualtiero parlare da solo e ripetere "... darò una spallata al teatro abusivo... darò una spallata al teatro abusivo...". evidentemente avrei dovuto prendere provvedimenti subito...

Anonimo ha detto...

Ma quanto sei stronzo anonimo albertazzi: sei talmente anonimo che hai scelto un nome di qualcuno che tu non sei nemmeno degno di nominare. Sei un cretino!!! Ma ti accorgi di quante cazzate scrivi?

Anonimo ha detto...

"ho sempre avuto seri dubbi che non sai neanche pensare"
Albertazzi

Se questo è saper scrivere anonimo albertazzi ti conviene tornare a scuola. Si dice: "ho sempre avuto forti dubbi sul fatto che tu sappia pensare" come lo hai scritto tu invece significa esattamente il contrario, e cioè che tu non hai dubbi sul fatto che io sappia pensare, anonimo del cazzo
torna a scuola ignorante

Anonimo ha detto...

"Sei un cretino!!!"
e tu sei uno scemotto! ecco!
da domani vieni a lavorare con i guanti un cappotto e della legna da ardere perché dal tevere arriva un sacco di umidità!

SOMARO!!!
avevo dubbi che non sai pensare... ora ho certezze!!!

Anonimo ha detto...

... anzi lo sai che ti dico?
appena hai finito di pulire i cessi dell'india (vedi di fare un bel lavoro) raggiungimi al rialto che c'è da fare un bel po' di lavoro! ti aspetto lì! se non arrivi entro le 23.00 ti licenzio!

veloce!!!

Anonimo ha detto...

Se il futuro del teatro italiano sta nelle mani di un deficiente come te, provo ancora più nostalgia dei vari Albertazzi, Gassman, Gian maria Volontè, etc..

Se dal tevere arriva umidità,immagino cosa possa arrivare da una cloaca massima come te. Solo Merda! Come fantasia ti do ZERO e le cose che scrivi sono talmente idiote che se le riporti un uno spettacolo che rappresentate per un pubblico incolto, anche loro ti piscieranno addosso

Anonimo ha detto...

uè! anonimo! e adesso basta!
sono due settimane che mi rigiro e mi rivolto nella tomba per colpa delle tue cretinate! e lasciaci dormire in pace!
aaaa

Anonimo ha detto...

Ma ormai mi sa che 'sto anonimo non è più lui, ma Fabio Massimo Franceschelli che si scrive e si risponde da solo.
Forse l'anonimo ha scritto solo il primo commento...

Comunque è veramente divertente il personaggio di quello che rimpiange Albertazzi!
Complimenti!

Dario Aggioli

Anonimo ha detto...

sì è divertente... però se permetti una grattatina me la merito, no?

Anonimo ha detto...

L'Italia è il paese dell'abusivismo, ci mancava che mettessero le mani anche sul teatro.
Nella fattispecie, analizzando con più attenzione questo termine che usate per definirvi in qualche modo, si evince che vi state appropriando di qualcosa che non vi appartiene!
ah..ah..ah..

Anonimo ha detto...

semmai ci si appropria di qualcosa negatoci dagli stronzi come te...

Iridello '78

Anonimo ha detto...

Iridello è il nome appropriato per un perfetto idiota !

Anonimo ha detto...

Allora è Gassman che si è appropriato del teatro di Iridello? Ma santo cielo, tanti illusi coglioni tutti insieme non li avevo mai visti

Anonimo ha detto...

vedi, gualtiero...

quando avevo un ritaglio di tempo (di solito mi toccava stare dietro alle tue stronzate) andavo a vedere ubusettete.

ora la rassegna è finita: ho visto le sale quasi sempre piene, ho visto spettacoli che tranquillamente possono girare nei teatri "istituzionali" (nei quali, ricorda, sei entrato perché hai dato il tuo culo flaccido alle persone giuste... ma sei sempre un macchinista) e ho visto un'organizzazione, una dedizione, una serietà da parte dei volontari che hanno messo su questa rassegna che neanche la protezione civile in caso di terremoto.

ora tu ti ostini a fare delle figure di merda con questa gente e questo perché ti fanno recitare solo nella parrocchietta sotto casa tua dove, se non fosse per il tuo laido parentame, riceveresti solo sonori fischi e gatti morti in faccia.

rassegnati gualtiero... sei un coglione frustrato... lascia in pace il teatro.

ciao.

p.s.
dimenticavo... sei licenziato.

Anonimo ha detto...

E' vero, Albertazzi dei miei sollazzi, ho dato il culo flaccido per lavorare e il cazzo a tua sorella per farla godere!
Quanto sei stronzo!

Anonimo ha detto...

non hai fantasia, nventati qualche altra cosa se ti riesce. Io ho iniziato con il "frustrati" e adesso non sai fare di meglio che ripetere le stesse cose che vi sto dicendo dall'inizio. Vai sù e leggi, scemo!

Anonimo ha detto...

guarda che le figure di merda le fai tu quando scrivi cazzate che manifestano un forte complesso di inferiorità nei confronti dei professionisti veri e non dei dilettanti abusivi. Ti ricordo che anche le sale delle parrocchie fanno il pieno. Il pieno si, ma di teste di cazzo come te
bye bye

Anonimo ha detto...

a) quindi lo ammetti! sodomita a tempo indeterminato!!! comunque mio sorella si chiama ugo e ti spana le chiappe... ergo dovresti essere molto felice!
b) vero: tu usi la tua fantasia, io i tuoi miseri fatti/misfatti
c) ma lo vedi che sei ciociaro dentro? ti stai rivendendo quello che ti ho appena scritto. visto che vivi di fantasia perché non fai uno sforzo e ci fai vedere quanto sei creativo? dai inventa qualcosa che ci stupisca tutti!!!

ad ogni modo, gualtiero, visto che sei così bravo perché non ci inviti tutti a un tuo spettacolo? ti prometto che prima faccio la comunione nella tua stessa parrocchia :)

Anonimo ha detto...

Ma non lo sapevi? Tua sorella si chiama Ugo di giorno, ma di notte, quando lavora di ugola, mi risulta che si fa chiamare Rosa la bionda...ah ah ah!!!
Scemo!

Anonimo ha detto...

secondo me ti hanno lobotomizzato con l'acido muriatico: certo che lo so! è lei che mi ha detto che ogni sera ti fai spanare le chiappe.

Anonimo ha detto...

pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Questo anonimo parla di professionismo e abusivismo, ma mi sa che non ha mai visto uno spettacolo di Albertazzi o uno presente a Ubusettete.
Comunque la cosa più importante è che lo spettacolo è bello a prescidere dal curriculum di una compgnia o di un regista: anche Peter Brook (che quasi non ne sbaglia una) ha fatto delle cazzate e anche da Riccardo Frezza o Gian Maria Tosatti potrebbero uscire cose buone...

Molti spettacoli alla rassegna erano buoni altri due o tre migliorabili e c'erano anche alcune terribili cagate.

I festival sono così ed è un bene che esistano.
Il pubblico ha gradito e si è visto.
Poi l'anonimo può essere lasciato al suo delirio di onnipotenza, che sfoga in un "Piccolo Blog" come questo che lui però frequenta assiduamente.

Arrivederci
Dario Aggioli
Teatro Forsennato

P.s.
Ho nominato due amici/conoscenti perché penso che possano essere loro l'anonimo e gli ho lanciato una fercciatina scherzosa, se non dovessero essere l'anonimo mi scuso con loro, ma si "gioca"

Anonimo ha detto...

Ripeto: vedemose. io e te. Da perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...
firmato da anonimo

Uno che scrive come te dove ce l'avrebbe l'anima? pezzo di merda!!! Te l'anima ce l'hai, ma quella de li mortacci tuaaaa!!! a stronzoooo!
Tu padre e tu madre quella sera che se so n'truppati pe te concepì, l'hanno fatto sopra alla tazza del cesso, perchè no stronzo come te nun se mai visto. Cretino, mi hai minacciato, non so se ti è chiaro. Non conosci nemmeno la legge, devi essere proprio un coatto di periferia. Ho fatto il copia e incolla delle tue minacce, cretino. Queste sarebbero le nuove anime del teatro? Ma vada via al cuul

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Anonimo ha detto...
pensate un pò a quanto lavora st'anonimo. Mò ho capito perché stà sempre qui a rompe li cojoni.

Prova a annatte a sporcà le mani, stronzo, e se c'hai un pò de dignità torna nel silenzio nel quale faremmo bene a stà tutti quanti. E spera che non capisco chi sei perché giuro che te vengo a cercà e te faccio ringojà tutte le stronzate che hai detto! Non scherzo. Stai in campana! E vedi de restà nell'anonimato che meriti, e coprite bene, e nun te fa scoprì che te poi fa pure male... o se c'hai un minimo d'orgoglio fatte riconosce e parlamone de persone. Un appuntamento quando e dove te pare... internet (con tutto quel che segue) funziona per i vermi come te che nun fanno un cazzo, vivono sulle spalle degli altri (sicuramente) e godono de 'ste provocazioni che farebbero ribrezzo pure all'urtimo degli omini de merda.

Ripeto: vedemose. io e te. Da soli. Magari ce caschi... ma nun ce caschi perché già te vedo: secco secco e brutto senza 'na compagnia che non sia de comodo (se c'è) e senza quel lavoro che te sarebbe tanto piaciuto ma che nun hai saputo fà ... perché l'anima se sente... pure nelle parole scritte... e tu l'anima nun ce l'hai.. se non quella de li... il finale è scontato...

Anonimo ha detto...

Questo coatto con le sue minacce si commenta da solo. E queste sarebbero le anime belle del teatro? Ho capito come si sono imposti sulla scena della periferia romana, con la violenza. E io poi mi sarei fatto sporcare da quelle mani di merda di un coatto come te? Si vede che non mi conosci, imbecille!

Anonimo ha detto...

Ma basta, ma che state scrivendo? Ma per favore, ma che pena. Meno male che quasi tutti han scritto anonimi, oltre all'anonimo, se no che vergogna... invece di parlar seriamente di teatro, degli spettacoli etc, sprecate (anch'io fino alla settimana scorsa) ore a scriver messaggi chilometrici, far copia incolla, spacciarvi per Borgatari...
Che tristezza, ma dai, ma per favore... basta!

Dan. Timpano

Anonimo ha detto...

TIMPANO!!!

guarda meglio! il nostro gualtiero sta rendendo un servigio infinito a ubusettete.

ciao

p.s.
mi piacerebbe sapere chi può scaricare i files di log di questa deprimente pagina web. ho il sospetto che il nostro gualtiero sia lo stesso che ha postato le minacce visto il suo "romanaccio" molto nord-est... sarebbe bello confrontare i due numeri-ip heheheheh

Anonimo ha detto...

Adesso mi avete rotto i coglioni. Io ho subito di tutto in questo blog, anche le minacce fisiche e questo testa di cazzo che si firma con lo pseudonimo di Albertazzi non conosce la legge, evidentemente, per continuare a rompermi i coglioni. Le minacce fisiche sono un reato penale e ho il sospetto che dietro a quel testa di cazzo coatto che mi ha minacciato, si possa nascondere proprio il coglione di turno che usa nomi fasulli. In campana gente, perchè ho fatto il copia e incolla delle minacce subite e voi come responsabili del blog, ne dovrete rispondere nelle sedi opportune

Anonimo ha detto...

"... voi come responsabili del blog, ne dovrete rispondere nelle sedi opportune"

quindi? che succede ora? ti autodenunci per le ingiurie che hai scritto?

fai una bella cosa, gualtiero: se è vero che ti sei rotto i coglioni (ma ci credo poco visto il masochista che sei) perché non sparisci davvero? se invece vuoi continuare datti una ripassatina al codice penale.

ciao

Anonimo ha detto...

STRONZO !

Anonimo ha detto...

occhio ragazzi... che adesso Gualtiero si è rotto i coglioni! Adesso viene qui e ci picchia tutti... Oddio che paura... Ci ha detto anche stronzi... mi sa che si è incazzato...

Anonimo ha detto...

Le ho scritte io le minacce. Finitela. Manica di benpensanti illusi e pure un pò ipocriti. Mi sa tanto che (reale o fittizio che sia) ha ragione l'anonimo. Anonimo... mi rivolgo a te... le minacce erano per scherzo... volevo solo vedere come avresti reagito... un pò alla dumas... non privo di una certa nobiltà... ma la storia della denuncia te la potevi pure risparmiare... non ti sporcare le mani... smettila ora... e vai a cercarti un lavoro... quanto agli altri... fffffffffffffffffffffffffffffff
fffffffffffffffffffffffffffffff
fffffffffffffffffffffffffffffff
fffffffffffffffffffffffffffffff
irmato

Giovanni Magnarelli
Via Rosa govona 12
00152 roma

Per chiunque avesse voglia di denunciarmi... erano parole su uno schermo, buffoni! E insulti manifesti. La differenza con i vostri è che i vostri sono latenti dal primo post del presunto sconosciuto all'ultimo. La violenza è la stessa, se non peggiore, perché poi ci si finge signori e artisti... io invece sono violento, pericoloso, e pure un pessimo artista che si spaccia per quello che non è... ma io mi guardo con attenzione... non tutti lo fanno... troppo occupati a sparar cazzate su un blog... potremmo fare a gara a chi piscia più lontano... il livello sarebbe lo stesso... solo molto più divertente... Sottigliezze...