lunedì 3 dicembre 2007

lettera aperta alle compagnie

Ciao a tutti.

Con questa lettera proviamo a fare un bilancio complessivo di Ubu Settete 2007. Si tratta di un bilancio personale che, tuttavia, vi offriamo anche per un contraddittorio, come spunto per una discussione collettiva.

Nelle passate edizioni avevamo l’abitudine di dedicare al bilancio e al confronto con le compagnie una giornata di discussione, un faccia a faccia che quest’anno, con 15 compagnie non romane probabilmente impossibilitate a partecipare, ci sembrerebbe troppo parziale. Ci affidiamo, quindi, alla rete.

I numeri della rassegna ci paiono straordinari, inutile negarlo: 12 giorni di programmazione, 31 spettacoli, 29 compagnie…
Il pubblico ha risposto; come sempre, dovremmo dire. Malgrado la presenza di tanti artisti extra-romani comportasse il rischio di dover rinunciare alla platea privata di buona parte delle compagnie. Ma se pure abbiamo perduto, nei numeri, qualche decina di spettatori, da parte nostra non c’è alcun rimpianto: l’arricchimento artistico portato in dote dalle compagnie ospiti vale molto di più. Superiore, invece, alle scorse edizioni è stata la presenza di giornalisti, critici, professionisti vari del settore; lo dimostra la ricca rassegna stampa censita.

A proposito di critica, la rassegna quest’anno si è dotata di un “osservatorio critico” utilissimo in termini di analisi e confronto. Parliamo del Patablog (
http://www.ubublog.splinder.com/), gestito indipendentemente da un gruppo di ragazze (Roberta Ferraresi, Roberta de Galasso, Antonella Travascio, con la collaborazione di Antonia Anania, Chiara Fallavollita, Paola Granato) che offre da alcuni anni lo stesso servizio anche in altri festival (Teatro Festival Parma, BIS Teatro Festival, B-Motion Bassano). All’interno di una rassegna dove, almeno nelle passate edizioni, la critica ufficiale scarseggiava, ci è parso utile dotarci di un occhio esterno, indipendente dall’organizzazione, che sapesse con neutralità e competenza osservare e valutare la rassegna nel suo complesso. Una critica indipendente per un teatro indipendente. Ci sembra coerente con le premesse stesse di Ubu Settete, progetto nato per creare una rete interamente autosufficiente riguardo tutti gli aspetti dell’industria teatrale: produzione, circuitazione, visibilità e, appunto, critica. È stata, questa del Patablog, una presenza preziosa verso cui i nostri ringraziamenti non saranno mai abbastanza.

Sul valore artistico del programma della rassegna noi non avevamo certo dubbi e la visione diretta degli spettacoli – ma anche i riscontri del pubblico – hanno confermato che, almeno per il “nostro” circuito teatrale off, underground, abusivo o come lo si vuol chiamare, Ubu Settete è una delle principali realtà a livello nazionale. La rassegna ha saputo offrire uno spaccato completo di quel che si muove in Italia, in quei territori spesso dimenticati del teatro nazionale, territori oscurati ma sempre innovativi e fondamentali per il futuro.

Veniamo al bilancio economico (i numeri sono arrotondati). 660 spettatori tra interi, ridotti ed omaggi per un incasso complessivo di 3800 euro. La quota di incasso spettante ad Ubu Settete è stata di 2700 euro da cui detrarre 2900 euro di spese (service, tecnici, pubblicità, ufficio stampa etc). Ne risulta un passivo di 200 euro. Si tratta di una cifra irrisoria; ma pur sempre in negativo; ed è la prima volta che accade in sei edizioni. Del resto senza la generosità del Furio Camillo, che ha messo a disposizione a prezzi quasi simbolici la propria struttura per l’ospitalità (B&B), e senza quella del Rialto, che ha coperto una parte importante delle spese generali, quella cifra sarebbe stata assai più ampia. In ogni caso la rassegna di quest'anno non ha prodotto fondi nè per
finanziare la stampa della nostra rivista né per distribuire quote di partecipazione alle compagnie.

Questo mette in seria discussione la vita stessa della rassegna. Siamo tutti stanchi, noi e voi, di lavorare gratis o addirittura di rimetterci. Con questa edizione Ubu Settete ha raggiunto e superato i propri limiti. Ora qualcosa dovrà necessariamente cambiare. E se la rassegna non riuscirà a trovare le risorse economiche per poter continuare ad esistere, la nostra esperienza si ferma qui, alla sesta edizione. Col solo volontariato, più di questo non è proprio possibile fare.

Un grazie sincero a tutte le compagnie che hanno arricchito la rassegna con i propri lavori, in particolare un grazie ancora più sentito alle compagnie non romane che si sono caricate anche le fatiche del viaggio fino a Roma (ed anche alle due compagnie che purtroppo, per cause di forza maggiore, hanno dovuto rinunciare all’ultimo momento alla partecipazione). Speriamo che questa vostra esperienza sia stata positiva e fruttuosa, non certo in termini economici, ma almeno nel senso di un arricchimento professionale ed umano. Per noi dell’organizzazione, grazie a voi, lo è stata.

Un ringraziamento alla consueta organizzazione e disponibilità degli staff del Furio Camillo e del Rialto S.Ambrogio che ci hanno ospitato e supportato, quindi a Gianluca, Andrea, Marian, Flavio, Luisa, Graziano, Luca, Francesca, Veronica.
Infine un ringraziamento all’eccezionale impegno di tutto lo staff organizzativo di Ubu Settete: Laura Neri, Marco Fumarola, Riccardo Frezza, Elvira Frosini, Alessandra D’Innella, Chiara Fallavollita, Anna Amato, Paola Granato, Dario Aggioli.

Un saluto.

Marco Andreoli, Fabio M. Franceschelli, Daniele Timpano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie a voi! E' stata un'esperienza unica.
un abbraccio,
Alessandro per Teatro dell'Esausto

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi,
ci spiace che alla fine ci abbiate rimesso e capiamo benissimo che lavorare per rimetterci pur con tutta la voglia e la passione per quel che si fa non va. Per noi quella a Ubusettete è stata una bella esperienza, l'accoglienza delle migliori anche se ci aspettavamo una platea più nutrita. Non eravamo mai stati a Roma a fare spettacolo e la prima volta va bene così, ma credo che nelle condizioni in cui siamo venuti quest'anno non lo rifaremmo anche in futuro per cui capiamo la voglia di un sostegno, di far cambiare faccia alla rassegna o di chiuderla. Non crediamo al volontariato. Vi appoggiamo nel vostro rifiuto di piccole elemosine, ma credo che la questione dell'indipendenza sia un tema abbastanza delicato e scivoloso.

un caro saluto

Enrico e tutta Babilonia