sabato 1 dicembre 2007

UBU SETTETE - 16/11 - X SERATA





VENERDI' 16/11 h.21.00 - RIALTO S.AMBROGIO (sala teatro)

Tubal libre
Due volte mia
Di Laura Pacelli. Con racconti della Resistenza di Walchiria Terradura, Lucia Testori, Irma Pistoi. Regia di Francesca Montanino. Con Francesca Montanino Laura Pacelli Valentina Rinaldi.
La vita e le esperienze delle staffette partigiane di diverse parti d’Italia raccontate attraverso l’intrecciarsi di storie, esperienze, dialetti, legate da un filo conduttore comune: i poemi dell’Ariosto e del Tasso.

A malapena si sa della Viganò e del suo romanzo l’Agnese va a morire. E poi? Chi altre? Quali le partigiane? Questo spettacolo è per loro: le donne della Resistenza italiana, con uno sguardo anche al di fuori dell’Italia sia dal punto di vista storico che letterario. Un percorso in una memoria sommersa, in cui si intrecciano storie di donne immaginarie, ma nate dallo studio di figure realmente esistite, donne provenienti da ogni ceto, ognuna con peculiarità particolari e un emblematico punto di vista, a spiegare il perché della scelta di diventare partigiane per stare da una parte, senza mezzi termini. Dal mondo contadino a quello borghese, dalla campagna alla città, il racconto è volto ad affrontare un argomento poco conosciuto, unendo alla tragicità degli eventi un aspetto di fiduciosa speranza. “Due volte mia” è il titolo, perché il desiderio di libertà fu doppio per le partigiane: libertà dal nazifascismo e libertà personale, uno sprone all’emancipazione della donna, una volontà di rottura dei vecchi schemi. Riso e riflessione, comico e tragico, inseguendo tre staffette partigiane.
Quante volte si scopre che la verità non è proprio una? Si potrebbe annegare nel mare di ricordi se solo si desse possibilità a chi ha vissuto un’esperienza fondante per la società italiana contemporanea di parlare.
Nel caso delle donne della Resistenza la passione del momento è stata falciata dal momento successivo. Poche hanno avuto il coraggio di scriverne, a poche si è chiesto di farlo. Che la società si sia rinnovata dopo la guerra lo mostra la Costituzione che ne è derivata, misto di liberalismo e tensione sociale, ma non altrettanto la burocrazia, le maglie dello stato. La mentalità non cambia facilmente. La seconda guerra mondiale è stata uno sconvolgimento e come tale fu più semplice sovvertire antiche soggezioni e scalfire tradizioni radicate. Non tutti i mali vengono per nuocere. Non è cinismo questo, non si vuol dire meno male che c’è stata la guerra, ma meno male che nel male c’è uno spiraglio di cambiamento, in positivo. Cambiamento segnato dalla lotta partigiana. Spesso si incorre in battute che la maledicono, si sarebbe potuto aspettare gli americani e via, non servivano a niente loro, i partigiani. Ecco qua che allora non si può fare a meno di scrivere, perché in ogni tempo il revisionismo storico fa capolino e la memoria diventa breve. Ed ecco che nel pagliaio oltre all’ago si cerca la puntina: la lotta partigiana e le sue donne. La fatica della vita della staffetta, “ufficiale di collegamento” tra una brigata e l’altra, la durezza della vita in montagna, a causa delle difficili condizioni climatiche e della fame che divora, e quella di città, che costringe alla solitudine, al sospetto, alla paura folle di fare la fine del topo; l’antifascismo che nasce per lo più da contingenze particolari, in primo luogo dalla perdita di qualche familiare, dalle condizioni economiche pessime, dal titolo di massaia rurale che non fa altro che relegare la donna in casa sbrodolandola con chiacchiere vuote e piene di retorica; ma anche l’antifascismo che nasce prima dell’ 8 settembre ’43, quello definito politico, fatto da pochi e viene in mente Piero Gobetti e sua moglie Ada Prospero Gobetti (autrice del meraviglioso “Diario partigiano”), Emilio Lussu (autore della pungente satira al fascismo nascente “Marcia su Roma”) e la sua insostituibile compagna Joyce Salvadori e poi ancora Natalia Ginzburg e tanti e tante altre. Eravamo giovani, perseguitati e felici, dice la scrittrice partigiana Miriam Mafai nella prefazione al libro di Lisli Carini, altra resistente. Perseguitati ma felici nell’atto un po’ sfacciato di chi sa di stare nella parte giusta e combatte per quella, fino anche a morirne. Come Lucia Testori, i cui racconti sono stati preziosi e intensi, e come “nonna” Irma Pistoi e la Resistenza accanto al marito Ennio, grande partigiano. E poi Walkiria, l’inimitabile Walkiria Terradura e i suoi racconti. Partigiana in Umbria, fu la prima donna nel centro Italia a comandare una squadra. Non è il nome di battaglia il suo, è quello anagrafico. Walkiria, quasi che il padre avesse immaginato per lei un futuro di combattente. Una splendida ottantenne con una capacità di stregare qualunque uditorio e una voglia di vivere immensa. È anche per loro questo testo, è anche per le loro storie e ciò che ci hanno raccontato. Se solo si ascoltasse un po’ di più, verrebbe sempre voglia di essere partigiani. Ognuno del suo tempo, con mezzi diversi, ma partigiani, pronti a prendere una posizione. “Sono partigiano perciò parteggio. Odio gli indifferenti”, diceva Gramsci.




Altri lavori di Tubal libre
"Il sole dietro le montagne":





"Racconto per Emma":



"Gli eredi di Shylock":








VENERDI' 16/11 h.22.30 - RIALTO S.AMBROGIO (sala teatro)

Ygramul Lemillemolte
Edzi Re
Drammaturgia di Ygramul Lemillemolte. Regia di Vania Castelfranchi e Fiammetta Mandich. Con Monica Crotti, Massimo Cusato, Paolo Parente, Antonio Sinisi. Musicista Daniele Pittacci.
Viaggio di Ygramul in Malawi, narrato tra teatro e musica e danze, e integrato con brani dell'Ubu Roi di Jarry e di Edipo Re di Sofocle. Una sequenza drammatica per elaborare un nuovo punto di vista sull'AIDS: "Abbandonare il Re!".

Spettacolo di Terzo Teatro, manifesto della ricerca e dell’agire del Teatro Ygramul. Attraverso una complessa cucitura drammaturgica, che echeggia tra i testi dell’ "Ubu Roi" di Alfred Jarry (1896), l’ "Edipo Re" di Sofocle (430 a.C. circa), un’ampia bibliografia di testi sull’AIDS e gli scritti originali dei componenti del Gruppo, si apre questo viaggio. Uno spettacolo annodato in una forma patafisica e crudele, nel tentativo di narrare l’Africa vissuta dagli Ygramul, nel territorio del Malawi, a stretto contatto con le realtà indigene dei popoli Chewa e Yaho, nella continua resistenza al male AIDS, nella sopravvivenza della cultura e della dignità. Per creare un nuovo punto di vista e di coscienza sull’HIV, come dramma non africano, ma globale.

Il regista Vania Castelfranchi, nel 1996, all'interno dell'Accademia d'Arte Drammatica 'Silvio D'Amico', ha dato vita ad una serie di progetti teatrali con attori professionisti e non, culminanti nella costituzione del Gruppo Teatrale Integrato di Ricerca Patafisica Ygramul LeMilleMolte. Il Gruppo di Teatro Ygramul si definisce Integrato, nell’applicazione, sin dagli esordi, di pedagogie ludiche e teatrali spinte alla collaborazione, vicinanza e unione con le differenti abilità, le diverse culture e storie; trasformando le conoscenze nelle arti dello spettacolo in reti di dialogo con gruppi di età, culture diverse, nonché con pazienti dei centri di salute mentale, complesse realtà di campi profughi, carceri, ospedali e tutte quelle realtà che si trovano ai bordi della nostra società.Il Gruppo di Teatro Ygramul applicando la Ricerca Patafisica e quindi sposando le linee poetiche di Alfred Jarry e Antonin Artaud mostra in ogni rappresentazione, in ogni evento o spettacolo una bizzarra atmosfera d’incontro tra differenze e diversità, in cui la drammaturgia, ogni musica e gesto, si tramutano in energia dei contrasti, in un clima di integrazione/espulsione, di frammentazione della narrazione teatrale, per giungere al racconto antropologico, alla presenza del Terzo Teatro, allo spettacolo politico/sociale, ove voce, immagine e corpo siano realmente presenti e vivi, nel loro montaggio ‘professionale’ come nella loro ingenua "amatorialità".Da quando è nato il Gruppo è stato legalmente inserito tra le attività dell’Associazione Culturale Ludici Manierati che agisce da molti anni sul territorio romano e non solo,creando eventi ludici, musicali e teatrali.L'Associazione stessa e' stata fondata dal regista Vania Castelfranchi, la scrittrice Gloria Imparato e il musicista Giacomo Caruso, nel 1994, seguendo una lunga ricerca nel campo della pedagogia ludica e nella pubblicazione di testi di Gioco di Narrazione: la fruttuoso edizione dei volumi di Elish.Il regista Vania Castelfranchi elabora le linee di azione del percorso Ygramul con l'ausilio dei molti attori/ci componenti del Gruppo e con l'importante incontro a Granada e Madrid con un maestro di 'Halka' araba (l'antica narrazione di strada del nord africa) e il Gruppo dei Payasos sin Fronteras (I Pagliazzi Senza Frontiere che operano come i Medici senza Frontiere, intervenendo in situazioni di guerra e in molte periferie del mondo). Il Gruppo Ygramul inizia il suo percorso Antropologico e di Ricerca nell’estate del 2001 partecipando al Festival Off di Avignone con uno spettacolo da strada sulle avventure del Don Chisciotte di M. Cervantes. L’incontro con le dinamiche del Festival spinge il lavoro del Gruppo verso l’esperienze di viaggio e di “baratto teatrale”.Nel 2002, grazie all’incontro con l’antropologa Silvia Zaccaria, il baratto teatrale diviene possibile attraverso il viaggio in Brasile, nello stato del Mato Grosso del Sud, tra i popoli indigeni Guaranì Kaiowà con cui il Gruppo crea eventi di festa, spettacoli e animazione intorno alle diverse tematiche del diritto alla terra dei popoli indigeni.L’esperienza sudamericana viene rinnovata nel 2004, in cui il Gruppo ha viaggiato lungo il Rio Negro in Amazzonia venendo a contatto con il popolo dei Satere' Mawe'.Nell’agosto del 2005 Ygramul LeMilleMolte è in Malawi, Africa, per un progetto di prevenzione e sensibilizzazione sul tema dell’AIDS. Al suo ritorno il gruppo si impegna, come per l’Amazzonia e il Brasile, a sostenere dei progetti che mantengano vive le lotte locali attraverso spettacoli, mostre fotografiche, videodocumentari, seminari e conferenze.Il 16 giugno 2006 il Gruppo Teatrale Integrato di Ricerca Patafisica Ygramul LeMilleMolte, dopo anni di esperienze di viaggio e spazi ospiti ove narrare i risultati di quei studi, inaugura il Teatro Ygramul, sito in N.M. Nicolai, 14 nella zona di San Cleto a Roma. Questo spazio permette finalmente alla Ricerca Ygramul di prendere maggiormente corpo, dona alle molte azioni del Gruppo una compattezza e una linearita' nuova, contenendo: la ricerca ludica, i molti laboratori, gli spettacoli, le prove di ricerca, ecc. All'inaugurazione dello spazio il Gruppo presenta un evento-spettacolo incentrato sulle tematiche vicine al gruppo stesso, sviluppando il discorso di teatro antropologico derivante dai viaggi in Francia, Brasile, Amazzonia e Malawi, integrando le linee poetiche del Terzo Teatro e mettendo in risalto le diversità e le lotte dei popoli indigeni del Terzo Mondo, raccontando la prevenzione-resistenza all’AIDS.Nel luglio e nell'agosto 2007 Ygramul LeMilleMolte muove le sue ali in Indonesia, nell'isola di Bali per apprendere le danze dell'isola degli Dei e per portare avanti un progetto sulla pedofilia e sull'abuso su minori.In questo 2008 riprende il Viaggio in Italia, portando avanti in molti spettacoli, mostre, conferenze ed eventi, le esperienze apprese nei vari luoghi del Mondo. Il Teatro apre (dall'Ottobre 2007) il suo secondo anno di attivita', festeggiando il successo delle passate 12 Rassegne di Concerti, Cinema e Teatro (dal giugno 2007 al maggio 2008). Anche quest'anno porterà il Gruppo Ygramul a sperimentare la Pedagogia ludica attraverso gli eventi di Gioco vissuti dal Gruppo di Elish , a portare avanti la sperimentazione musicale con il Gruppo di musicisti KarmaBlue , a far vivere diversi laboratori legati al Terzo Teatro, all'interno delle Scuole, nel Teatro stesso (laboratorio: SALTYMBANCO, LUDYKA, YOGURT, CARYLLON, FLYCK e CIM) e a ospitare molti e differenti spettacoli teatrali (RASSEGNE del Teatro Ygramul e altri eventi per Roma). In questo 2008, la protezione del Teatro, ha donato al Gruppo ed al regista Vania Castelfranchi, la concentrazione necessaria per far nascere un nuovo Metodo teatrale: l'ESOTEATRO, che verra' sperimentato dai vari percorsi e verra' pubblicato e presentato nel 2008.

1 commento:

Anonimo ha detto...

la ragazza coi capelli corti di tubal libre, oltre ad essere brava davvero, era assai di molto carina!